
La trasformazione: dalla camorra alla comunita'
Un bene confiscato è una vittoria solo sulla carta. Se lo lasci in rovina, se diventa l’ennesimo edificio abbandonato, il messaggio che dai è semplice: i boss possono anche finire in carcere, ma il loro potere resta lì, intatto.
Nel 2011, la svolta. La villa di Zara viene affidata ad Agrorinasce, il consorzio che gestisce i beni confiscati alla camorra per restituirli alla collettività. È un momento cruciale: quel luogo deve cambiare identità, deve diventare qualcosa di opposto a ciò che è stato.
L’idea è chiara: creare un centro per i giovani, un ostello della gioventù che diventi luogo di incontro e formazione. Un progetto ambizioso, complesso, finanziato con i fondi stanziati dal Ministero dell’Interno attraverso il PON Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno.
Ma chi può gestire un luogo così simbolico? Chi può garantire che quella trasformazione non resti solo un’idea sulla carta? A vincere il bando pubblico è Giosef Italy – Giovani Senza Frontiere, un’associazione di promozione sociale attiva dal 1998 su tutta Italia. Una realtà giovane, capace di portare a Casapesenna persone da tutta Europa, per dare a quel luogo una nuova identità.
I lavori di ristrutturazione durano anni. Ogni parete viene abbattuta e ricostruita, ogni traccia del passato viene cancellata per lasciare spazio a un futuro diverso. Nel 2015, la trasformazione è completa. La villa di Zara diventa Il Paguro – Euromediterranean Youth Center.
Un nome scelto non a caso. Il paguro è un animale che cambia casa per continuare a vivere. Come questa struttura. Come chi la attraverserà.
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Da bene confiscato a hub internazionale per giovani e attivistə, il Paguro è la dimostrazione concreta di come il passato non definisca il futuro, ma lo ispiri a diventare qualcosa di nuovo.

Un tempo simbolo del potere di Alfredo Zara la villa di Casapesenna viene sequestrata e poi definitivamente confiscata nel 1998 .