Obiettivo comune: GIOVANI SCATTI E RIVOLUZIONE

Un viaggio tra fotografia, inclusione e comunità

Il cuore pulsante di Capturing Voices è stato lo Scambio Giovanile, un’esperienza intensa e trasformativa che ha visto venti giovani provenienti da Italia, Portogallo, Romania e Grecia immergersi nella realtà di Casapesenna. Durante questa settimana, il progetto ha intrecciato fotografia, dialogo interculturale e impegno sociale, trasformando il racconto visivo in un potente strumento di cambiamento.

L’accoglienza è avvenuta presso Il Paguro Ostello, un bene confiscato alla criminalità organizzata e oggi simbolo di rinascita. Qui, i partecipanti hanno scoperto la storia della struttura e il suo ruolo nella comunità, comprendendo come spazi come questi possano diventare strumenti di cambiamento sociale. I volontari internazionali che vivono e lavorano nel centro hanno raccontato le loro esperienze, mostrando come Il Paguro sia più di un ostello: è una casa per il cambiamento.

Il programma dello scambio ha alternato momenti di formazione tecnica sulla fotografia a esperienze di esplorazione del territorio. Attraverso sessioni pratiche, i partecipanti hanno appreso le basi dell’illuminazione, della composizione e della post-produzione, mentre workshop interattivi li hanno guidati a riflettere su come la fotografia possa sfidare stereotipi e raccontare la verità di un luogo.

Le giornate erano scandite da attività di gruppo e sessioni pratiche di fotografia all’aperto. Il centro storico, le piazze, i volti della comunità: ogni dettaglio è diventato parte di un racconto corale, in cui il punto di vista dei giovani fotografi si mescolava con quello degli abitanti di Casapesenna. Ogni scatto era un dialogo, un frammento di una storia più ampia.

Le visite ai partner locali hanno arricchito ulteriormente l’esperienza. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di conoscere Nuova Cucina Organizzata (NCO), un ristorante sociale che offre opportunità di lavoro a persone con disabilità, Arte Espressa, un centro culturale dedicato all’arte e alla letteratura, e il Museo Don Diana, un luogo della memoria dedicato alle vittime innocenti della mafia. Questi incontri hanno rafforzato il messaggio di Capturing Voices: la comunità ha un’identità che va oltre gli stereotipi, e ogni immagine può raccontarne la complessità.

Alla fine dello scambio, ogni partecipante ha selezionato le proprie fotografie migliori, preparandosi alla mostra finale. Ogni scatto raccontava non solo un luogo, ma anche un’emozione, una connessione con la comunità. Il viaggio attraverso la fotografia non era solo tecnico, ma profondamente umano.

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